I guardiani del potere: Eunuchi, templari, carabinieri e altri corpi scelti by Fabio Mini

I guardiani del potere: Eunuchi, templari, carabinieri e altri corpi scelti by Fabio Mini

autore:Fabio Mini [Mini, Fabio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Saggio
ISBN: 9788815317094
editore: Società editrice il Mulino, Spa
pubblicato: 2014-05-07T22:00:00+00:00


I giannizzeri

I giannizzeri (dal turco Yeni Ceri, che significa «nuovo soldato») costituivano la fanteria dell’esercito imperiale ottomano. Il corpo fu fondato da Orchan I, che regnò dal 1326 al 1359, ma più verosimilmente dal figlio Murad I, che nel 1365 lo comandò nella battaglia di Adrianopoli. Con i giannizzeri, l’impero ottomano fu il primo, dal tempo dei romani, a mantenere un esercito permanente. Non vi erano equivalenti in tutta l’Europa medievale dove le armate venivano formate solo per il tempo di guerra. I giannizzeri sostituirono le precedenti formazioni tribali di dubbia disciplina e lealtà (ghazis). Furono i primi a indossare la stessa uniforme, a ricevere un salario regolare, a marciare a suon di musica, a vivere in apposite caserme e, quando furono disponibili, ad avere in dotazione armi da fuoco come armamento standard. Da Murad I al 1648, i giannizzeri furono arruolati con la leva forzata (Devshirme) di ragazzi non turchi, in genere cristiani balcanici, tra i quali venivano anche selezionati i paggi (icoglans) destinati alle carriere amministrative, religiose e culturali. Gli ebrei, gli armeni e i figli delle famiglie turche non furono mai soggetti al sistema. Gli arruolati prestavano servizio obbligatorio fino all’età di 45 anni. I turchi avevano già esperienza di soldati-schiavi. Prima della completa islamizzazione, alcune popolazioni turche avevano fornito soldati-schiavi e mercenari agli imperi degli Abbasidi e dei Fatimidi, come ghilman o mamelucchi. I turchi della dinastia Ghaznavide usarono schiavi afgani e indiani come soldati. Ma lo status dei giannizzeri era particolare: erano kapıkulları (servi della Porta), ma non erano né schiavi né liberi. Le campagne di reclutamento avvenivano ogni cinque anni e i funzionari di provincia battevano i propri territori alla ricerca dei migliori figli dei sudditi cristiani. La levata prevedeva l’arruolamento di giovani fra gli 8 e i 20 anni, ma la maggior parte di quelli scelti aveva un’età fra i 10 e i 12 anni. In principio si preferivano i greci e gli albanesi che si arruolavano anche come gendarmi. La leva toccava generalmente a un ragazzo ogni quaranta case, ma aumentava a seconda delle esigenze. L’arruolamento non escludeva il volontariato e, come accadeva per gli eunuchi, anche per i giannizzeri molte famiglie cristiane accettavano volentieri la leva forzata dei propri figli o addirittura li offrivano in vista di migliori opportunità di vita e posizione sociale. Un figlio giannizzero poteva aiutare la famiglia avendo assicurate paga e pensione. E poteva far carriera nel corpo diventando comandante, funzionario, governatore, ministro e Gran vizir con un seggio nel Consiglio imperiale (Divan). Questi erano i sogni, ma anche le concrete prospettive. Gli stessi commissari di leva erano spesso giannizzeri; dal Devshirme sono usciti 79 Gran vizir, ed era giannizzero Gjergj Kastrioti Skanderbeg, figlio di un capo albanese che poi defezionò dal corpo e condusse una lotta ventennale contro i turchi. Era giannizzero il contadino serbo di Bosnia Sokollu Mehmed Paşa, che diventò Gran vizir al servizio di tre sultani governando l’impero ottomano per 14 anni.

I giovani arruolati erano assegnati a famiglie turche delle province perché imparassero la lingua, i costumi e le regole dell’Islam.



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